Coltivando la Cura: autoproduzione di Cannabis

Lettera aperta del presidente e fondatore del Cannabis Cura Sicilia Social club di Siracusa, Alessandro Raudino.

Mi chiamo Alessandro Raudino, vivo a Siracusa, In Sicilia. Ho 35 anni e da 12 sono affetto da una malattia altamente invalidante, la Sclerosi Multipla a placche. Ho scoperto di esserne affetto solo in seguito un’incidente.

Dopo il primo ricovero, avvenuto nella mia stessa città, e dopo aver ricevuto la scioccante notizia di un possibile intervento chirurgico a cranio aperto, ho deciso di dimettermi per sentire altri pareri. Ne ho sentite veramente tante, una in particolare mi ha lasciato a quanto sconvolto perché detta da un professionista, mi chiese, senza peli sulla lingua “ti fai di crack?“. Io, nsiceramente, a 22 anni, non avevo mai sentito parlare di crack, conoscevo l’hashish e l’erba di strada di cui facevo un uso molto sporadico.

Decisi quindi di andare a Milano al San Raffaele, perché mi avevano detto che fosse uno dei miglior centri per questo tipo di situazioni. Sono stato ricoverato circa dieci giorni, nei quali ho effettuato diversi esami clinici specifici come ad esempio i potenziali evocati, Rachicentesi e aspirazione del liquor midollare. Per colpa di quest’ ultimo esame sono rimasto a letto per circa 2 mesi, a causa dei forti mal di testa e dolori cervicali che mi ha procurato.

Ho trascorso sessanta giorni disteso in un letto.

Non erano neanche passati venti giorni dal mio rientro a casa, quando ricevo quella telefonata che ti cambia la vita. Era la dottoressa che mi aveva seguito per tutto l’iter di ricovero a cui ero stato sottoposto. Le sue parole sono suonate agghiaccianti, ma dette comunque in modo molto umano: Sig. Raudino mi dispiace comunicarle di essere affetto da SM Recidivante Remittente. Mi è crollato il mondo addosso.

Nei primi periodi della malattia non mi è stata data nessuna cura tradizionale ma, a seguito di una brutta ricaduta mi prescrissero il Copaxone, un piccolo chemioterapico, il quale, dopo ben 800 punture, fatte in un periodo di 24 mesi, mi ha portato a gravi controindicazioni tra cui:

Pertosse, Tumore al colon per il quale sono stato operato di urgenza, Herpes Simplex diffusa, Piastropatia, Depressione, Fegato ingrossato.

Inizio ad analizzare tutti gli anni vissuti con questa mia “coinquilina” e penso soprattutto al mio diritto di curarmi come meglio credo.

Ripenso a quegli anni in cui la mia vita era in mano a dei medici che pensavano soltanto a far cassa sulla mia pelle. Penso a quante bugie mi hanno detto, a quante iniezioni di Copaxone (farmaco immuno-soppressore), non parliamo del tumore al colon, ma soprattutto a quanto male psicologico mi hanno fatto. Ormai la mia vita era in mano alla depressione ed alla voglia di fuggire da tutto e da tutti, tanto ormai per me era tutto perso.

Poi un sorriso mi compare sulla bocca e penso alle parole della mia compagna di vita “o ti svegli o ti lascio”. 

A quel punto, mi sono bloccato e la mia mente improvvisamente ha avuto un risveglio assurdo. Abbiamo iniziato a cercare rimedi naturali per alleviare i sintomi della mia malattia e, cosa mi è apparso subito? Cannabis Terapeutica. Guardo la mia ragazza, scoppiamo a ridere e, mi viene subito da dirgli ma come una droga potrebbe essere la soluzione del mio problema? Allora abbiamo iniziato a studiare meglio la cosa. Mi sono messo alla ricerca di questa pianta, ma come ben sappiamo era solo reperibile al mercato nero della mafia. Comunque decido di provarla. Devo essere onesto, ho avuto immediatamente una sensazione di benessere e rilassatezza che da tanto tempo non provavo. A questo punto visto gli ottimi risultati decido con la mia ragazza di parlarne con il mio medico specialista. Mi reco al centro sclerosi multipla dove mi hanno in cura e pongo il mio quesito alla dottoressa. Lei senza indugiare, ma ho capito di averla presa in contropiede, mi risponde:

Sig. Raudino io per prescriverle un farmaco a base cannabinoide devo avere un quadro clinico diverso”, io da perfetto ignorante in materia chiedo “cosa significa?”. Lei riflette un attimo e mi risponde dicendomi “per darle la Cannabis lei deve avere gravi deficit motori, come spasticità o addirittura dovrebbe stare in sedia a rotelle”.

Al che penso fra me e me “ma mi sta prendendo per il culo?”. Allora contro ribatto subito dicendogli “ma, mi scusi, io so per certo che gli effetti della Cannabis servono proprio ad evitare di avere spasmi ma soprattutto potrebbe aiutare nei movimenti senza l’aiuto della sedia e lei invece vuole darmela solo dopo la comparsa di questi sintomi?”. Lei esita e risponde “questo è il protocollo che devo seguire”. Io, allora, vista la situazione dico alla dottoressa che rifiuto le loro cure e che da ora in poi non entrerà più un farmaco chimico nel mio corpo.

Usciamo dall’ospedale con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, tanto loro non interessa il nostro benessere, interessa invece far quadrare i conti a fine anno. Dopo qualche mese, rifiutando i farmaci convenzionali, mi viene tolta subito la pensione d’invalidità.

Adesso, ho pensato, inizia una nuova vita.

Mi sono cimentato, per la prima volta, nella coltivazione di Cannabis circa 5 anni fa. Sempre con le poche informazioni che esistevano in quel periodo, sono riuscito a tirar fuori circa 1,5 kg di ganja essiccata. Risultato di 3 piante. Mi sono veramente meravigliato. Da qui inizia il mio studio. Uno studio a 360°, fatto da test ed esperimenti fatti direttamente sulla mia pelle. Il risultato? Ho migliorato la mia situazione clinica che era un po’ critica. L’ho mangiata, sotto forma di biscotti o torta, l’ho inalata tramite vaporizzazione o fumo. Ecco, da questi esperimenti, ho capito che bisogna veramente informarsi bene sugli usi reali di questa pianta.

Dopo aver cambiato alimentazione, dopo esser diventato vegetariano e continuato ad usare la Cannabis come farmaco contro la Sclerosi Multipla la mia vita è cambiata in meglio. Vivo le mie giornate sempre al meglio, certo non posso fare alcune cose ma chi se ne frega. 

Oggi, finalmente, sono riuscito a raggiungere un mio equilibrio e nessuno ha il diritto o il dovere di togliermelo.

Però ci sono ancora problemi di fondo, uno è quello della reperibilità del mio farmaco e la continuità di cura.

Il mio presente è fatto di piccole battaglie condotte sempre e solo con la mia splendida compagna Florinda Vitale.

Nel 2014 abbiamo costituito la prima associazione sulla Cannabis in Sicilia, Ass. Cannabis Cura Sicilia Social Club, totalmente autogestita. Nello stesso anno insieme al M5S, abbiamo presentato la Delibera Regionale sulle cure a base di preparati galenici. Tutto tace fino ad oggi, cioè il malato è costretto a comprare la propria cura in farmacia e la nostra Regione non trova i fondi per finanziare questo tipo di terapia, veramente assurdo.

Il 30 novembre 2017 ho rappresentato il Social al Senato della Repubblica. Siamo stati invitati, dopo che ci siamo accorti che gli inviti erano stati fatti solo per le associazioni del centro e nord Italia. All’interno del Senato ho portato alla discussione l’argomento della disobbedienza e dell’autoproduzione ma, a conti fatti, non è accaduto nulla. Anzi, prima di chiudere le camere, hanno tolto dalle spese di bilancio questo tipo di voce. Assurdo.

Sinceramente non riesco a capire il compito ben preciso dell’istituto farmacologico militare di Firenze, visto anche la sua ultima, deludente, sperimentazione con la fantomatica FM2. Neanche il più scarso dei grower riuscirebbe a fare così male. 

Non è ancora possibile che nel 2018 dobbiamo ancora stressarci perché le FF.OO. ci perseguitano se possediamo o coltiviamo la nostra CURA (parliamo pur sempre di una PIANTA!!!).

Il nostro Cannabis Social Club ha tanti associati ma non tutti hanno il coraggio di reagire a questa truffa farmaceutica perché sanno che potrebbero esser perseguitati. Vogliamo essere lasciati in pace perché di problemi ne abbiamo già tanti. Qualche tempo fa, il Governo se ne stava occupando grazie all’Intergruppo formato da Parlamentari e Senatori di tutti i partiti. Purtroppo non si è fatto più nulla, tutto è finito nel dimenticatoio.

Adesso, però, ho dovuto prendere una decisione drastica. Ho deciso di auto-coltivarmi la mia cura perché non voglio più finanziare le mafie. Anche perché in questo modo so benissimo che tipo di Cannabis sto assumendo, diminuendo così i maggior rischi per la mia salute.

La mia più grande aspirazione sarebbe quella di trovare una coalizione tra tutti gli antiproibizionisti, malati e non, per arrivare ad una totale legalizzazione. 

La nostra battaglia continua… il giorno 20 gennaio abbiamo festeggiato un anno di apertura della sede operativa dell’associzione e nel 2019 festeggeremo i cinque anni di vita.

La sede si trova a Siracusa nella zona storica e antica della Città, Corso Timoleonte, 81. La cittadinanza risponde e inizia ad interessarsi all’argomento. Stiamo portando avanti vari progetti e abbiamo l’appoggio di medici, avvocati e collaboriamo con realtà del territorio che coltivano Canapa.

Quest’anno inizieremo a coltivare Dioiche con alto contenuto di CBD (per preparare oli e resine) creando un prodotto autoctono Siciliano e al fine di donare dignità a questa bella isola… creeremo un Dispensario per il Social Club .

In ogni modo il nostro obiettivo rimane sempre l’autoproduzione e Noi continueremo a disobbedire… 

 

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Comments 1

  1. Anch’io faccio parte di un’associazione simile, nata da poco qui in Piemonte dove vivo, composta da medici, pazienti che si curano con la marijuana con tanto di prescrizione, avvocati ecc.
    Ognuno di noi ha una storia triste alle spalle ,e che vive con dignità nella sofferenza ogni giorno. Il diritto alla salute e alla cura dovrebbe essere sacrosanto per ogni essere vivente, sancito dalla nostra costituzione, ma purtroppo a noi ammalati questo diritto viene negato.
    Ormai è da 3 mesi che non mi curo più con continuità, anzi quasi del tutto….,problema di tutti noi ammalati. Quindi anch’io ho deciso di intrapprendere la strada della disobbedienza, e da poco sto provando ad autoprodurmi il mio farmaco, nella speranza che un giorno tutti noi malati e associazioni di malati, se saremo uniti, riusciremo a far legalizzare questa pianta straordinaria, essendo liberi di poterci curare.

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