Il dottore antiproibizionista che prescrive la Cannabis

Lorenzo Boggione è un medico antiproibizionista, specializzato in odontoiatria, che da quando ha scoperto i benefici della Cannabis si è messo al servizio della pianta e dei pazienti che la richiedono per svariate patologie. Intervista “Per la libertà di cura” di Carolina Arza’

  • Buongiorno Dottor Boggione, Lei è medico specialista? In quale campo?

Buongiorno, si sono medico specialista in odontoiatria e dispongo dell’abilitazione per fare ricette mediche.

  • Come si è affacciato sul mondo della Cannabis?

Ho conosciuto le proprietà della Cannabis per caso. Ho provato gli effetti di questa pianta straordinaria su me stesso per trattare problemi di ansia e depressione, patologie insorte a causa di problemi personali che mi obbligarono ad assumere ansiolitici. Purtroppo questi farmaci hanno diversi effetti collaterali e spesso non aiutano ad affrontare le difficoltà nella maniera giusta; sostituendoli con la Cannabis ho potuto migliorare la mia condizione di salute.

  • Quando ha preso la decisione di provare Cannabis sui pazienti?

Una volta appurato l’efficacia della Cannabis su me stesso, ho pensato che anche altre persone avrebbero potuto giovarne. Ho effettuato ricerche, mi sono informato e sono venuto a conoscenza che si poteva prescrivere senza nessuna difficoltà. Adesso l’unico intoppo è che in Italia si potrà disporre di poca Cannabis Terapeutica nel 2018.

  • Quali sono i disturbi per i quali la prescrive?

Inizialmente ho cominciato a prescriverla a pazienti che soffrivano di patologie sulle quali ho avuto esperienza diretta e affini, quindi depressione, ansia, emicrania, dipendenze da altri farmaci o alcool. Poi, informandomi sempre meglio, sono stato in grado di prescrivere Cannabis per trattare le plegie, con o senza spasmi muscolari, e l’epilessia.

  • I suoi pazienti traggono benefici con la terapia da lei prescritta?

Assolutamente si, tutti quanti hanno sperimentato miglioramenti qualitativi della propria salute in generale.

  • Ci sono varietà di Cannabis più indicate a determinate patologie rispetto ad altre?

Certamente, per fare degli esempi pratici, posso affermare che per trattare le plegie prescrivo Cannabis ad alto contenuto di THC, quindi il Bedrocan ed estratti affini, mentre per l’epilessia trovo che, tra le varietà disponibili in farmacia attualmente, la più indicata sia la Bedrolite, ovvero Cannabis ad alto tenore di CBD, con poco THC.

  • Sono reperibili questi farmaci, ad oggi?

Purtroppo non sempre sono reperibili oppure se lo sono, non nelle giuste quantità. Le farmacie effettuano ordini da tot grammi/chilogrammi e ne arrivano quantità minime, che non bastano a ricoprire il fabbisogno nazionale. Questo accade perché è stato decretato il quantitativo di Cannabis Terapeutica disponibile per quest’anno, in base alle ricette prescritte l’anno passato. Chi di dovere, non ha previsto che le ricette sarebbero potute aumentare, come in effetti è avvenuto. La richiesta è sempre più alta e la materia prima sempre più introvabile.

  • Quindi capita che chi soffra di epilessia non trovi il Bedrolite, ad esempio? In situazioni di ristrettezze, andrebbe bene anche il Bedrocan?

Capita spesso che non ci sia Bedrolite in farmacia. No, non è possibile sostituirlo con il Bedrocan ma è più corretto somministrare molto CBD per questa patologia. Il Bedrolite, che è una tra le varietà di Cannabis più introvabili in farmacia, altro non è che Cannabis Light… proprio quella che si può invece facilmente trovare negli Hemp Shop. Poi esiste il Bediol, altra varietà di Cannabis con rapporto uno a uno THC:CBD (1:1, nelle stesse percentuali), che è altrettanto introvabile. Anche la FM2 prodotta nello stabilimento farmaceutico di Firenze ha le stesse qualità del Bediol ma anche quest’ultima è stata prodotta in quantità esigue.

  • Segue qualche corso di aggiornamento a riguardo? Esistono realtà di questo genere in Italia?

Non seguo nessun corso di aggiornamento perché, al momento, in Italia non esiste nulla di tutto ciò. Le università italiane si sono aperte di recente a questa tematica e mi auguro che vengano preparati validi corsi di formazione ed aggiornamento il prima possibile.

  • Su quali basi si può formulare la giusta posologia per ogni singolo paziente?

Non essendoci una letteratura scientifica valida in Italia, e quella che c’è risulta inquinata da alcune aziende farmaceutiche, bisogna procedere per tentativi. Personalmente, mi rifaccio a bibliografie estere e provo su ogni singolo paziente una dose iniziale bassa per poi aumentarla, fino ad arrivare ad una posologia soddisfacente.

  • È a conoscenza di casi in cui la Cannabis non è stata d’aiuto o altri in cui ha presentato effetti collaterali? E se si, quali?

No, nella mia esperienza non posso dire di avere assistito a casi simili. La Cannabis è sempre stata d’aiuto in maniera positiva per i pazienti che seguo.

  • I suoi colleghi come vedono il suo operato?

Non esiste un confronto che si possa definire tale: c’è chi è proprio ignorante sull’argomento e chi aspetta che ci sia unazienda farmaceutica che prenda in mano le redini della situazione e che quindi spinga i medici a fare le prescrizioni a base di Cannabis. Triste realtà.

  • C’è ancora tanto da scoprire su questa pianta anche se molto è già stato scoperto e/o intuito… una domanda che in tanti ancora si pongono è: qual è la differenza principale a livello terapeutico che intercorre tra fiori coltivati in casa, illegalmente, provenienti da semi femminizzati, pubblicizzati anche come varietà medicinali, e le varietà coltivate dalla Bedrocan?

Praticamente nessuno, se non la modalità di coltivazione stessa. Senza molti rigiri di parole, la Bedrocan ha comprato semi di Jack Herer e fatto suo il brevetto. Questa pianta leggendaria ha ottime proprietà su tutti i fronti, ha dimostrato di avere una genetica stabile e ben ibridata, perciò si presta bene alle coltivazioni standardizzate a livello industriale ma non sarebbe l’unico strain adatto a tale scopo…

  • Lei è favorevole all’autoproduzione della terapia da parte dei pazienti più informati sull’argomento e/o all’associazionismo da parte di quest’ultimi? In che modo i pazienti potrebbero trarre benefici dall’autoproduzione?

Certo che si. Io sono un medico antiproibizionista e non vedo il motivo per il quale un paziente non dovrebbe essere libero di coltivarsi la propria terapia se è egli stesso che lo desidera. In questo modo non ci sarebbero problemi di approvvigionamento e inutili code in farmacia. E poi ognuno potrebbe decidere di coltivare la varietà di Cannabis più adatta alle proprie esigenze personali.

  • Quanto costa la prescrizione di Cannabis in Italia e come mai per molte persone è ancora difficile ottenerla?

Il problema è che molti medici non prescrivono per ignoranza o per scarso interesse. Ultimamente stanno crescendo i medici di buona volontà che fanno prescrizioni a distanza e online. Il costo della ricetta in sé varia, c’è chi lo fa gratuitamente, come me che per ora ho un altro lavoro, chi ha dei canoni che conosco poco. Il costo della Cannabis varia anch’esso in base alle preparazioni galeniche: l’olio, ad esempio, ha un costo iniziale di 46 € circa, un costo di produzione di 32 e con l’IVA si può arrivare ad un prezzo finale di circa 100€ . Lo stesso vale per l’erba: il prodotto finito costa molto al grammo per via delle lavorazioni subite e per le tasse.

  • Come si può risolvere questo problema?

Penso che l’autoproduzione e l’associazionismo possano ovviare a questo problema facilmente.

Bisognerebbe pensare di costituire dei dispensari in pieno stile canadese, ovvero un medico o più medici che offrono assistenza ad un’associazione di pazienti che prendono l’impegno di autoprodursi o di comperare tutti insieme la Cannabis che necessitano. Anche i Cannabis Social Club spagnoli potrebbero essere fonte di ispirazione: i pazienti spagnoli sono meno seguiti rispetto a quelli italiani e non possono ancora avere facile accesso al Bedrocan o ad altra Cannabis ad alto contenuto di THC. C’è di bello che esistono appunto i CSC per rifornirsi ma non sono presenti in tutta la Spagna: ce ne sono moltissimi in Catalunya e anche a Bilbao ma non tutto il territorio viene ricoperto in maniera omogenea e questo può essere un problema per chi non è in salute.

  • Come pensa che si sviluppi la faccenda Cannabis Terapeutica in Italia? È utopistico pensare ad una regolamentazione chiara, senza ricadere nella trappola del monopolio?

Spero che si evolva qualcosa, almeno per quanto riguarda le importazioni nei quantitativi corretti. Per risolverla al più presto, basterebbe concedere anche a privati la possibilità di coltivare; in Italia al momento c’è già un’azienda con una licenza ma non è ancora operativa e chissà se e quando lo potrà essere. L’ideale, come ho già spiegato in breve, sarebbe appunto istituire delle associazioni e per crearle si dovrebbe partire dal basso, dalla società civile per far sì che cambi qualcosa in positivo. 

Con società civile intendo tutti quanti: medici, pazienti, consumatori abituali e anche e soprattutto legislatori e magistrati. Il fine deve essere comune: togliere la Cannabis dalla tabella degli stupefacenti, e quindi smettere di incriminare il THC, sostanza psicotropa naturale e totalmente innocua. L’unico effetto “spiacevole” di stordimento dovuto al THC, può essere eliminato facilmente bevendo un’aranciata o standosene comodi sul divano a svagarsi per un po’ di tempo… non si può fare lo stesso se si èalle prese con effetti collaterali di farmaci da banco, comunque perfettamente legali.

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Comments 4

  1. Buona sera Signror Dottore, può aiutare in qualche modo per farmi prescrivere del Bedrocan o simile con contenuto di THC, avendo insonnia e a volte difficoltà nel mangiare?!

  2. BUONGIORNO VORREI SAPERE SE PER DISTURBI ANSIA DEPRESSIVI
    POSSO AVERE LA RICETTA CHE CMQ IL MIO DOTTORE PUR DANDOMI RAGIONE
    NON MI PRESCRIVE
    MA RICETTE COME ALCION ANTIDEPRESSIVI ECCC SI
    SE PUO DARMI NOTIZIE DETTAGLIATE LA RIGRAZIO
    CORDIALI SALUTI

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