Nessuna misura cautelare per Rita Bernardini

Rita Bernardini è stata fermata nella giornata di ieri 17/07/2019 e denunciata per violazione dell’articolo 73 del T.U, 309/90

Nella giornata di ieri i Carabinieri hanno raggiunto telefonicamente Rita Bernardini incitandola di tornare a casa per rispondere di quanto deteneva sul terrazzo della propria abitazione: piantine di Cannabis.

L’esponente dei Radicali coltiva da anni, ogni anno, piante di Cannabis sul proprio terrazzo e lo ha sempre annunciato pubblicamente. Ieri, è stata fatta scendere da un treno diretto a Parma e portata in caserma dopo il rinvenimento di piante non ancora giunte a completa maturazione e di “alcune buste di cannabis”.

Ieri, la presidente del Partito Radicale si sarebbe dovuta recare ad un meeting incentrato proprio sulle problematiche concernenti le carceri italiane, ma lei in carcere non ci è finita.

Il caso si è risolto tutto con una “semplice denuncia”

Le piante sono state poste sotto sequestro e Rita Bernardini è stata denunciata per detenzione di sostanze stupedacenti. Già nel 2016 le furono sequestrate 56 piantine di Cannabis e il processo che ne seguì si risolse con l’assoluzione piena della Bernardini.

Rita ha continuato a disobbedire per protestare pacificamente: la Cannabis quando è illegale affolla le carceri e i tribunali, facendo spendere un sacco di soldi allo Stato; quando è legale ne giovano i pazienti che possono trovare facilmente la loro cura, i consumatori abituali e anche lo Stato riscuotendone le tasse.

Rita Bernardini questo lo ha capito da anni e sta facendo di tutto per portare il suo messaggio a tutti quanti.

Anche alcuni suoi colleghi la pensano come lei e ci è appena giusto in redazione il messaggio di solidarietà di Alessandro De Chirico pubblicato su Metro Milano: Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia, favorevola alla liberalizzazione della cannabis terapeutica, scende in campo a favore dell’esponente dei Radicali Rita Bernardini, denunciata per coltivazione di cannabis: “in Italia succede che ci sia una richiesta di preparati galenici e medicinali palliativi contenenti THC e CBD per una tonnellata e che lo stato voglia monopolizzare la produzione che l’officina farmaceutica militare di Firenze arriva a malapena coprire il 10% del fabbisogno nazionale. Il resto viene comperato da multinazionali esteri a prezzi molto superiori; è intollerabile questo bigottismo di stato”.

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