Ecco perché San Marino legalizzerà la Cannabis

La repubblica di San Marino è stata definita per molto tempo come tra le più proibizioniste d’Europa. Perché? Nel piccolo Stato immerso nelle verdi colline tra Romagna e Marche, la detenzione di Cannabis è stata fino ad oggi considerata come lo spaccio.

Un testo di legge molto proibizionista in fatto di droghe contraddistingue la Repubblica. Dal 2016, si sono aperti all’uso terapeutico dei fiori di Cannabis e dall’inizio del 2019 si sta ragionando sulle soluzioni migliori da adottare in fatto di autoproduzione e vendita a scopo ricreativo.

Se sarà completato, il percorso parlamentare sulla cannabis potrebbe portare a un risultato unico nel suo genere. L’istanza d’Arengo approvata ieri in Aula si rifà ai dispensari nord amercani con coffee shop e punti vendita sparsi sul territorio.

Massimiliano Frisoni è il primo firmatario della proposta di legge.  Si è ancora in una fase iniziale, a livello legislativo ma è certamente un pass avanti molto importante.

Si parla di “fallimento delle politiche di repressione” e di mercato nelle mani della criminalità. Uno degli aspetti principali dell’istanza è quello economico: i firmatari vendono nella legalizzazione un’opportunità sul fronte delle imposte, dell’occupazione e del turismo.

Nel testo, infatti, si parla, tra le altre cose, di negozi da destinare alla vendita e dell’apertura di locali sul modello dei coffee shop olandesi. In Italia associazioni come la Luca Coscioni si battono per la legalizzazione. Posizione opposta per la comunità di San Patrignano.

L’istanza d’Arengo si sofferma anche sulla questione dei limiti massimi per quanto riguarda, ad esempio, la quantità per uso personale o per l’auto-produzione e si appella al legislatore per stabilire o, eventualmente, modificare le soglie.

«Già regolamentato in altri Paesi, tra cui la vicina Italia – spiegano i civici di Adesso – l’uso della cannabis per scopi terapeutici o nell’industria tessile, cosmetica ed alimentare e della bioedilizia per esempio, registra infatti un vuoto normativo nella Repubblica di San Marino, che è intenzione del governo colmare con un adeguato testo di legge, che sappia tenere nella giusta considerazione nuove esigenze e nuove tecniche di utilizzo». Per questo motivo il gruppo di lavoro che ad oggi concentrava il suo impegno sulla valutazione della sola produzione terapeutica, ora ha il compito più esteso di «studiare provvedimenti atti a disciplinare la coltivazione, la trasformazione, il commercio e l’utilizzo di prodotti a base di cannabis, di tipo sia terapeutico che non terapeutico». Dopo la relazione prodotta dal gruppo lo scorso luglio, la Segreteria di Stato per la Sanità infatti «ha valutato la necessità – prosegue Civico 10 – di adeguare la normativa sammarinese che considera reato penale la detenzione di cannabis».

Tale grado di punibilità è stato infatti pensato «per fronteggiare l’uso a scopo ludico di tale sostanza», ma «limita inevitabilmente lo sviluppo di una economia nuova e fiorente come quella della coltivazione e trasformazione della cannabis (o canapa) per uso industriali».

Come spiega il movimento si tratta di una pianta «dalle innumerevoli proprietà non solo come erba officinale ma anche, per produrre tessuti, carta, carburanti, materie plastiche, fibre, vernici non inquinanti». L’obiettivo perciò è quello di «fornire una risposta adeguata a nuove esigenze che si sono manifestate in questi ultimi anni evitando pesanti complicazioni ad aziende e singoli cittadini». La legge quindi dovrà disciplinare l’utilizzo della canapa a 360 gradi, analizzando tutti i settori specifici, oltre a definire la soglia di THC (principio attivo psicotropo) che definisce la sostanza stupefacente. Il Gruppo di lavoro sarà perciò composto dai dirigenti o loro delegati dell’Authority Sanitaria, dell’Iss e dei dipartimenti Affari Esteri, Interni, Giustizia, Territorio ed Economia.

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FONTE: https://sanmarinortv.sm/news/politica-c2/cannabis-passa-l-istanza-sull-uso-a-scopo-ricreativo-tra-associazioni-e-comunita-favorevoli-e-contrari-a177139

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