Due pareri sul disciplinare Cannabis LIght

In questo periodo stiamo assistendo ad una rinnovata ondata proibizionista proveniente nientemeno che dal nuovo governo.

In questo momento la tendenza è – di nuovo – è quella della linea dura contro la Cannabis, anche light.A fronte di numerosi dubbi che circondano questo settore, il 20 giugno è stato proposta un disciplinare da parte di diverse realtà, tra cui Federcanapa, per regolamentare il mercato della Cannabis light; i punti cruciali sono la tracciabilità del produttore, la salubrità della sostanza, la sua regolamentazione in un sistema HACCP, che quindi preveda un consumo umano, in particolare alimentare. A due giorni di distanza, la dichiarazione da parte del CSS, il Consiglio Superiore della Sanità, sulla presunta tossicità della Cannabis Light ha destabilizzato alcuni addetti ai lavori ma soprattutto molti consumatori. La notizia è circolata sui telegiornali in maniera allarmistica, mentre il ministro della salute Giulia Grillo ha assicurato che non ci sarà nessun blocco alle vendite ma che seguirà una regolamentazione del settore.

Ho voluto sentire due pareri sul disciplinare che potrebbe essere preso in considerazione qualora il governo prenda davvero la decisione di regolamentare il mercato.

-Di che cosa ti occupi?

Sono l’amministratore e socio fondatore di Mary Moonlight, il primo marchio ad aver distribuito Cannabis light in Italia, sulle orme della svizzera. mi occupo dell’immagine aziendale e delle decisioni fondamentali nel nostro percorso aziendale.

-Ritieni corretto il disciplinare presentato il 20 giugno da parte di Federcanapa & co?

Il disciplinare è scritto molto bene e siamo praticamente d’ accordo su tutta la linea per quanto riguarda una regolamentazione ed un controllo proprio come esiste già sui prodotti alimentari a salvaguardia del consumatore ,già rispettavamo gli standard di produzione del disciplinare e vederlo finalmente applicato a tutti fa piacere e fa sperare in un mercato più sano e controllato . Inoltre è molto positivo vedere che un associazione di categoria si schieri a favore del fiore di cannabis come fiore alimentare allontanandoci quindi dal cliché del fumo perché riteniamo che non sia il miglior modo per apprezzare le qualita’ eccezionali di questa pianta.

-Chi e come può aiutare concretamente a presentare proposte valide?

Sicuramente i ministeri e i tecnici che si occupano del caso in questione dovrebbero tener conto di ciò che gli agricoltori ed i rivenditori chiedono: molte persone hanno investito in questo settore i propri risparmi, le proprie energie, il proprio tempo, e giustamente pagando le tasse, credendoci pienamente e dando il massimo, nello stesso modo in cui abbiamo fatto noi, per cui credo sia giusto incentivare questo tipo di mercato che porta soldi alle casse dello stato e crea occupazione.

-Come pensi che potrà essere regolamentato il mercato della Cannabis light?

Personalmente ritengo che la canapa verrà classificata come alimento, essendo effettivamente un fiore commestibile e oltretutto dalle molteplici capacita benefiche come dimostrano gli innumerevoli studi scientifici globalmente condivisi.

Secondo te la Cannabis light rappresenta la via giusta per il rilancio effettivo della filiera della canapa italiana?

É evidente e sotto gli occhi di tutti che la cannabis light abbia portato ad un esponenziale sviluppo della filiera della canapa italiana, come accaduto precedentemente e come sta avvenendo tutt’ora anche in Svizzera.

-Come vedi il futuro della Cannabis in generale nel nostro paese?

Lo vedo verde e florido. Aldilà del gioco di parole, credo fermamente che sia iniziata una nuova era della canapa italiana, come se la repressione degli ultimi decenni nei confronti di questa pianta avesse portato ad un’ inafferrabile vivace esplosione dello spirito della canapa, stanca di essere nascosta.

Matteo Calzuola, un dottore agronomo che si occupa di canapicoltura da diversi anni, chiarisce alcuni passaggi:

“Ritengo che il disciplinare presentato il 20 giugno sia abbastanza inutile dato che va a normare un settore che di fatto è l’unico ad avere già delle norme, sopratutto in virtù del fatto che prima dovremmo avere o proporre una destinazione di uso chiara del prodotto.

Se il fiore fosse consentito ad uso alimentare si andrebbero semplicemente ad utilizzare quelle che sono già le norme che regolano il settore alimentare, che per inciso in Italia è uno dei più restrittivi d’Europa; una volta chiarita la destinazione d’uso si può dialogare per l’aggiunta o meno di paletti e/o nuove procedure di produzione, confezionamento, etc. Sarebbero da rivedere tutti i punti in questione proprio perché non si capisce a quale destinazione d’uso facciano riferimento per il fiore, dato che il famoso uso tecnico è stato chiarito dal Ministero, di fatto non è possibile vendere al dettaglio un prodotto ad uso tecnico ma può essere venduto solo ad istituti tecnici e di ricerca che ne fanno, appunto, un uso tecnico.

Chi e come può aiutare concretamente a presentare proposte valide?

Sicuramente serve prima di tutto avere le competenze adeguate ed un chiaro quadro delle normative vigenti, anche solo prima di pensare di avanzare delle proposte che possano essere prese in seria considerazione dalle istituzioni.

Come pensi che potrà essere regolamentato il mercato della Cannabis light?

Mi auguro che lo si possa regolamentare a vantaggio della filiera e degli operatori italiani evitando possibilmente l’ingresso a gamba tesa di monopoli come quello del tabacco.

Secondo te la Cannabis light rappresenta la via giusta per il rilancio effettivo della filiera della Canapa italiana?

In parte si, dato che al momento rappresenta un valore aggiunto che ha portato a maggiori superfici agricole coltivate a Canapa; il numero crescente di superficie dedicata a questa coltura potrebbe attirare l’attenzione di investitori disposti alla creazione di impianti di lavorazione per quelle parti di pianta che non siano l’infiorescenza, come gli steli per la fibra.

Come vedi il futuro della Cannabis in generale nel nostro paese?

Il futuro è promettente ma solo se riusciremo ad essere uniti e compatti, a tal proposito al momento sono impegnato nella costituzione di quella che sarà la più grande associazione a livello nazionale di operatori del settore della Canapa, dal produttore al consumatore della quale presenterò presto il progetto.

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