Cannabis terapeutica per animali

Elena Battaglia è una veterinaria ligure, originaria di Savona e cresciuta a Chicago, Stati Uniti. Negli ultimi tre anni ha dedicato molto del suo tempo alla ricerca sugli effetti della Cannabis su cani, gatti e non solo! Dalle ricerche condotte fin dai primi anni novanta si sa che tutti gli animali vertebrati possiedono il Sistema Endocannabinoide, pertanto possono beneficiare degli effetti di questa pianta.

Ho voluto conoscere Elena per approfondire che cosa l’ha spinta a condurre questa ricerca e come sta andando…

Ciao Elena, come sei arrivata a pensare di somministrare Cannabis agli animali domestici?

Ciao Carolina, sono una veterinaria che ama gli animali e che vuole il loro bene e in particolar modo avevo una cagnolina di 17 anni che soffriva a causa dell’artrosi. Un cane a quell’età è molto anziano e, come gli esseri umani, tutti gli animali che arrivano a certe età soffrono di vari acciacchi comuni alla vecchiaia.

Essendo cresciuta negli USA e conoscendo la lingua, lessi alcuni articoli sulla somministrazione di Cannabis agli animali domestici con risultati sorprendenti. Non avevo nulla da perdere e decisi di provarla sulla mia cagnolina.

In che modo le hai somministrato la terapia e come reagì?

Il metodo più pratico per l’assunzione è la preparazione di un olio alla Cannabis; in questo modo si possono dosare i principi attivi e quindi stabilire una posologia al bisogno.

La mia era una cagnolina di piccola media taglia e devo dire che ha vissuto egregiamente gli ultimi mesi della sua vita. I dolori dovuti all’artrosi possono arrivare ad essere molto forti e compromettono significativamente diversi aspetti della quotidianità.

Già dopo le prime assunzioni ho potuto notare la differenza: riprese a mangiare con voglia, a camminare senza fatica e perfino ad essere più presente. Tutte cose impensabili prima di assumere la terapia. Ovviamente, la Cannabis non l’ha sottratta dalla morte per vecchiaia ma sono stata felice che abbia vissuto dignitosamente fino alla fine la sua vita.

Dopo il primo successo hai cominciato a fare prescrizioni mediche per i tuoi pazienti?

Dopo aver constatato il reale potenziale della Cannabis, ho cominciato a proporre l’olio al CBD ai padroni dei miei pazienti. Ma su molte patologie il solo CBD non sortisce alcun effetto.

È andata meglio con l’olio full spectrum ovvero con una piccole dose di THC, rimanendo sempre nel rispetto della soglia limite imposta dalla legge italiana vigente.

C’è da dire che la stessa cosa che vale per noi vale per gli animali: ogni soggetto è differente e reagisce in maniera diversa sia ai farmaci che ai fitofarmaci in base alla propria predisposizione e, in questo caso, al Sistema Endocannabinoide di ciascun paziente.

Sono passata poi a prescrivere la Cannabis terapeutica vera a propria con regolare ricetta bianca. Ho studiato le caratteristiche principali di tutte varietà al momento disponibili nelle farmacie italiane e ho cercato di adattarle al meglio ad ogni singolo paziente secondo la patologia da trattare.

In che modo riesci a calcolare la posologia esatta per ogni animale?

Premetto che ogni soggetto è diverso così come ogni patologia richiede diverse varietà o dosi in base al soggetto e alla gravità della prognosi.

La dose per cane e gatto è di 0,1-0,25 mg/kg/die di THC diviso in due somministrazioni . Ovviamente per sapere quante gocce bisogna prendere basta dividere il risultato per quanto THC è presente in ogni goccia.

Ad esempio su un cane di 10 Kg dovrei moltiplicare 0,1 per poi dividere 0,2 (che è il quantitativo di THC presente in una goccia di un dato olio generico) e si potrà ottenere il numero di gocce da somministrare nell’arco della giornata.

Per quali patologie prescrivi Cannabis?

Si tratta di una pianta che ha molto potenziale e che può prevenire, curare e migliorare moltissime condizioni oppure può coadiuvare un trattamento farmacologico “tradizionale”.

Le patologie trattate con successo sono varie forme di artrite e artrosi, dolori muscolari e neuropatici, alcune forme tumorali, epilessia ma anche dermatiti, problemi comportamentali, e problemi gastroenterici tipo IBD.

Quali sono stati i casi di guarigione o di miglioramenti più eclatanti?

Per quel che riguarda l’utilizzo della Cannabis contro l’artrosi, il miglioramento più eclatante è stato quello di un boxer che faceva notevole fatica a camminare e a muoversi e che adesso grazie alla Cannabis corre come se fosse poco più di un cucciolo.

Per quel che riguarda animali affetti da tumore ci sono stati diversi casi di animali terminali che pareva dovessero essere soppressi nell’immediato dal loro veterinario e che invece, in seguito all’utilizzo della Cannabis, hanno vissuto ancora per qualche mese una vita qualitativamente buona e che valeva la pena essere vissuta: al fianco del loro umano che ha evitato sofferenze all’animale, o una morte indotta improvvisa, e che ha avuto modo di preparare sia se stesso che l’animale alla morte.

Per quel che riguarda patologie come l’epilessia ho diversi pazienti che sono riusciti a diminuire il numero delle crisi che avevano normalmente e a diminuire l‘utilizzo di anti epilettici.

Va ricordato però che ogni animale è una cosa a se stante e quindi non si può mai generalizzare.

Trovare la varietà di Cannabis giusta per quel paziente e per quella patologia non è sempre facile, però con pazienza, di solito si ottengono ottimi risultati.

Mi piace anche ricordare lo scimpanzè Nico, della Fondazione Mona, in Spagna, affetto da artrosi e Sindrome di Chiari che gli limitavano notevolmente i movimenti: utilizzando del CBD, Nico è tornato a condurre una vita normale, senza i dolori e gli atteggiamenti autolesionicistici che aveva prima della terapia.

Come reagiscono i padroni degli animali quando proponi loro una terapia a base di Cannabis?

In generale bene, nel senso che in certi casi si fa di tutto pur di vedere stare meglio il proprio animale domestico. Condividendo tempo e spazi, gli animali diventano dei membri della famiglia a tutti gli effetti e il proporre una “nuova” terapia, dopo magari aver constatato che altri farmaci hanno fallito, non è un grosso problema.

Invece i tuoi colleghi come hanno reagito di fronte alla tua innovazione?

Alcuni colleghi mi chiedono spesso consulenze: ho partecipato a diverse conferenze e convegni in tutta Italia, incentrati sulla Cannabis terapeutica e in molti casi erano presenti medici e colleghi veterinari.

Altri invece sono molto scettici a riguardo. Secondo il mio punto di vista, non hanno né voglia né motivazioni per fare ricerche in questo senso ed è un vero peccato, sia per i loro pazienti, che per i loro padroni.

Soprattutto, tanti pensano di utilizzare la Cannabis come se fosse un qualsiasi altro farmaco ma non si può; se si vuole veramente sfruttare le caratteristiche della pianta deve confrontarsi con i farmacisti che fanno le formulazioni galeniche e con gli operatori del settore che hanno piantagioni di Cannabis.

Questo tipo di terapia, oltre a fare stare bene gli animali, lascia più tranquilli e sereni i loro amici umani, che finalmente li vedono stare meglio e condurre una vita qualitativamente migliore.

Come si presenta la situazione in altri Stati del mondo?

Negli USA e in Canada gli animali vengono curati regolarmente con la Cannabis; Oltreoceano, il pregiudizio su questa pianta è stato finalmente superato, in Italia c’è ancora molto lavoro da fare a livello informativo e anche legislativo. Di recente ho partecipato ad un convegno di veterinari a Toronto e mi si è aperto un mondo…

Come operano i tuoi colleghi Canadesi? E come sono arrivati a farlo…?

I colleghi Canadesi sono molto preparati ma hanno un solo handicap: non possono prescrivere la Cannabis come facciamo noi. Possono informare il cliente ma devono stare entro certo i limiti, questo però non significa affatto che non la usino come terapia.

Ultimamente, sembrerebbe che anche questa problematica si possa risolvere burocraticamente parlando.

I colleghi Canadesi e Americani presenti al Congresso erano ben felici di vedere un tale interessamento da parte di una collega Italiana (non erano presenti altri veterinari che non provenissero dal Nord America). È stato molto illuminante scambiare opinioni ed esperienze sui metodi di somministrazione e gli innumerevoli benefici che questa pianta offre.

Sono arrivati a utilizzare la Cannabis come ho fatto io, un po’ per volta, informandosi il più possibile nella letteratura scientifica disponibile per gli esseri umani e che si sta integrando anche di studi che sono e che saranno condotti sugli animali.

Una forma di ricerca che sicuramente non punta a nuocere o a sfruttare i nostri amici a quattro zampe…

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